Ricostruzione tendinea cuffia dei rotatori
In seguito alla ricostruzione tendinea cuffia dei rotatori è previsto un periodo di immobilizzazione variabile con tutore volto a proteggere l’impianto. La durata di un percorso riabilitativo di questo tipo può variare tra i 3 e i 6 mesi. Già durante la prima fase post-operatoria è importante l’educazione del paziente sulla gestione del tutore, della spalla e del dolore e l’inserimento di esercizi per la mano volti a migliorare il ritorno venoso-linfatico e a prevenire patologie secondarie da immobilizzazione (algoneurodistrofia, rigidità del gomito, ecc.). Non solo, già in questa prima fase il training dell’arto non interessato dall’intervento è in grado di ridurre gli esiti derivanti da immobilizzazione grazie a un meccanismo di crossover a livello del sistema nervoso centrale. L’applicazione di crioterapia può inoltre migliorare la reattività tissutale e promuovere la velocizzazione nel ridurre il versamento post-operatorio. In una seconda fase di dismissione graduale del tutore (sempre in collaborazione stretta con il chirurgo) è possibile iniziare con i primi movimenti di recupero della mobilità di gomito e spalle, nelle direzioni non stressanti l’impianto (generalmente evitando rotazioni) e con l’attivazione isometrica dei muscoli scapolari e della cuffia dei rotatori. In questa fase contraddistinta ancora da presenza di infiammazione è consigliabile l’utilizzo di terapie fisiche come tecarterapia per ridurre il dolore e promuovere la guarigione dei tessuti.
In una fase successiva, l’iter riabilitativo promuove (sempre con gradualità) il recupero della mobilità, della forza muscolare concentrica e del controllo neuromuscolare, portando il paziente verso una maggiore possibilità di movimento. L’ultima fase si contraddistingue per il recupero di movimenti maggiormente stressanti a end range, l’aumento di resistenza negli esercizi di forza, l’inserimento di velocità ed esercizi di coordinazione al fine di riprendere tutti i gesti motori richiesti dal paziente sportivo e non. Il mantenimento anche oltre i 6 mesi di un incontro con il fisioterapista per un corretto allenamento della muscolatura e una buona flessibilità permettono una riduzione del rischio di recidiva a lungo termine e una prevenzione di dolore sulla spalla controlaterale (che come detto ha più probabilità di avere lesioni)