Tendinopatie cuffia dei rotatori
Le tendinopatie della cuffia dei rotatori rappresenta il quadro più diffuso di dolore alla spalla, presente in circa 30% della popolazione generale. Si esprime con un quadro di dolore e debolezza, la maggior parte delle volte sperimentata con movimenti di elevazione overhead, rotazione esterna e interna come conseguenza di un alterato rapporto tra carico dato alla spalla e capacità di carico della stessa. L’eziopatologia è multifattoriale, attribuibile a meccanismi intrinseci ed estrinseci. C’è un’aumentata incidenza per individui che partecipano in attività ripetitive “overhead” che includono sport di lancio come pallavolo, atletica e professioni come imbianchini o carpentieri. Altri fattori di rischio occupazionali sono la postura, l’utilizzo di grossi carichi, movimenti del braccio ripetuti, lavorare con le mani al di sopra del livello delle spalle. Fattori di rischio per la tendinopatia sono inoltre disordini metabolici (ipercolesteremia, diabete, sovrappeso/obesità, età avanzata, ridotta flessibilità e disequilibrio muscolare). L’insorgenza può essere legata anche a fattori biomeccanici che sfociano in esiti disfunzionali. L’incidenza della tendinopatia di cuffia dei rotatori aumenta con l’età.
Per la sua natura non omogenea, differenti trattamenti di intervento sono richiesti. La fase infiammatoria acuta può essere gestita attraverso un approccio di riduzione della reattività mediante terapie fisiche come tecarterapia e laserterapia, riduzione (non sospensione completa) di movimenti stressanti, eventuale approccio farmacologico. Tecniche fisioterapiche di terapia manuale possono migliorare nel breve termine l’iperalgesia, aiutando a controllare l’intensità del dolore. Una seconda fase è costituita dal ricondizionamento delle strutture muscolo-tendinee identificate come disfunzionali, attraverso un approccio attivo di riesposizione graduale al carico, in grado di stimolare la sintesi di collagene fisiologico nel tendine, riprogrammare un corretto controllo neuromotorio e ricreare un equilibrio nella distribuzione dei carichi sulle strutture della spalla. La terza fase è costituita dal reinserimento del gesto motorio perso, sia esso sportivo o professionale, riportando il paziente a migliorare la performance e a conoscere nel futuro una corretta gestione dell’allenamento, del riposo e dei fattori di rischio a scopo preventivo. Tra queste sono presenti anche tendinopatie calcifiche che possono beneficiare di onde d’urto ed esercizio.